La Luce in una stanza

La Luce in una stanza

Abiti al mare, in montagna o in collina e tutti i giorni lavori, studi o sei troppo impegnata/o a pensare a come sopravvivere al resto della settimana. I lavori universitari, la sessione degli esami, i progetti lavorativi, il resoconto di fine mese, ecc… . Senti che hai bisogno di una vacanza, ma quelle ferie non arrivano mai. Intanto ti arrabbi perché il cane mangia troppo, il tuo capolavoro culinario viene erroneamente buttato e tu sospiri e ingoi rabbia. Mandi giù, nei tuoi organi, tutte queste cellule cariche di energia potenzialmente negativa e lì, dentro di te avviene la magia. Gli organi a tavolino decidono come spartirsi quell’energia. E tutti in accordo la danno a quello più debole, affinché si nutra di qualcosa che non gli dai più da tempo. Ma non è roba buona, lo si capisce, ma il signor Razionale, per colmare una sua ferita, dice che è meglio lì e allora tutti eseguono l’ordine. Stai per prepararti per uscire e inizi a sospirare. Non respiro. Mi sento male. Mi sento morire. Continui a prepararti imperterrita/o, tanto poi passa. Esci e metà serata ti si presenta una feroce emicrania con coinvolgimento dello stomaco. “Mannaggia, ho preso freddo” dirai e tutto si risolverà fino all’indomani.

Quando dico alle persone “apri la finestra e fai entrare Luce nella tua stanza” spesso mi rispondono “ma io la apro tutti i giorni”. E già questo mi fa capire molto. Non che mi piaccia parlare con metafore in ogni istante, ma alcune volte sono molto di aiuto. Fanno capire in maniera concreta ciò che magari ti hanno spiegato che è astratto, come ad esempio le energie e le emozioni negative che influiscono sul nostro corpo fisico ed energetico.

Uno dei miei riferimenti più in voga è proprio quello della Luce nella stanza.

Ora ti invito a riflettere. Se tu vivessi al buio come ti sentiresti?
Risponditi e poi pensa che: il 90% delle volte noi ci ritroviamo nel buio senza neanche accorgerci di esserci entrati. Il fatto di ‘mandare giù’ situazioni pesanti o di sopprimere un sintomo è segno di buio. Ma non rientra nella nostra tradizione fare diversamente. E perché dovrei tenermi il “vaffa..” quando mi tagliano la strada oppure tenermi il mal di testa invece di prendere farmaci, che mi fanno sentire meglio in pochi minuti?!

Ecco il punto è questo: se tu sei nel buio, cammini con le mani poste in avanti per cercare qualcosa a te familiare e per crearti una mappa mentale della stanza in cui ti trovi. La tua mente razionale, conscia, ha bisogno di catalogare tutto per sentirsi al sicuro. Così, una volta che hai trovato e tastato un oggetto gli dai un nome “ok, ho toccato un cuscino” e lo sai anche descrivere “è fatto con una stoffa di simil pelliccia”.
Ti poggi lì, accanto al cuscino e sei al sicuro, anche se questo cuscino puzza un pochino.

Sei lì con il tuo pezzo di stoffa e stai bene, fin quando arriva una folata di vento e spalanca la finestra. Entra luce nella stanza.

E’ tutta illuminata e a malincuore osservi che ciò che ti eri immaginata era soltanto un’illusione. La stanza silenziosa, comoda e felice, non esiste. In realtà, lì, ci sono situazioni (oltre che cose): tua madre che cucina, tuo padre che legge il giornale e tua sorella che chiacchiera. E per altro il cuscino che ti teneva compagnia era il tuo cagnolino puzzolente. E ricominci a sentirti sola/o.

Quante cose non vediamo?
MOLTE.

Quante cose non vogliamo vedere?
MOLTE DI PIU’.

E’ normale che quando entra Luce, è talmente potente che illumina anche le ombre più scomode.

E tu cosa vuoi fare?
Continuare ad abbracciare un cuscino puzzolente o osservare?